venerdì 31 ottobre 2014

together again for the first time

Cosa fa credere a degli individui che mai si sono visti che un nuovo progetto musicale (scusate, fatemi illudere che chiamarla band mi farà sentire più unito a chi come me ha voluto crederci ;) ) potrà funzionare almeno da provare qualche prova insieme?

Lasciatemi rispondere per gradi. La prima cosa che mi viene in mente è  sicuramente l'innato spirito di iniziativa nel non voler restare soli. ma c'è di più. Questa volta più delle altre c'è un divario d'età più grande. ed assieme ad esso ci sono altre ragioni che spingono due trena-equalcosa-enni e due un-po'-meno-che-vent'-enni (ok ragazzi, nomi e cognomi li facciamo appena sapremo che i testi delle canzoni non attireranno denunce o querele; per essere uno dei trentaequalcosaenni sento un senso di responsabilità  verso i ragazzi) nei loro diversi intenti a formare i what to foght for.

Quello che però mi è chiaro è comunque il comune denominatore: La musica.

Perchè per me, ma per tutti in quella sala prove (e per chiunque suoni), la musica salva. sempre.

A vent'anni chi suona punk lo fa per dissentire. perchè magari fa figo. per il riscatto sociale che un posto come belluno (ma ovunque è troppo piccolo) quando sei adolescente non ti può dare. ed allora, per uscire dalla monotonia della routine che mette tanti tranquilli cerchi di aggrapparti a qualcosa pensando che credendoci con tutto te stesso cambieraile cose. perchè tu sei diverso. e forse, se ce la fai, se al mondo piacerà quello che hai da dirgli almeno la metà di quanto piace a te potrai pensare di aver fatto qualcosa di buono.

E poi arrivano i vecchi. Quelli che hanno vissuto gli anni novanta nel pieno dell'underground ascoltando hard core e punk di un piccolo centro dove c'era uno straccio di scena, dove c'erano posti dove poter comprare un disco serio e dove non c'erano social network, ma facce che ti guardavano sotto al palco e che 30 minuti dopo bevevano con te per la serata. Dove venivi pubblicato sulle fanzine fotocopiate in bianco e nero e dove ogni concerto era un evento, una festa. e tutto per cosa? per la scena. perchè più ce n'era e più si stava meglio tutti, facendo quello che ci univa oggi come ieri e che ci appassiona ancora riducendo il tempo e lo spazio e tirando fuori ancora la voglia di alzare i boccali e celebrare ancora insieme l'underground in tutta la sua grandezza.
Benvenuti #whattofightfor!